Micetti #8 - Lascia o raddoppia
Nonostante i contagi e una situazione apparentemente senza controllo, il tour va avanti con un secondo warm-up contro gli Sharks
“Non avevo mai vissuto un giorno come questo nella mia lunga carriera nello sport professionistico. È stato surreale, è stato una vera sfida, considerando che lo staff e i giocatori erano ancora nelle loro stanze alle 6 del pomeriggio.”
“Abbiamo avuto i risultati dei tamponi solo alle cinque e mezzo, abbiamo dovuto fare alcuni cambi ma sono incredibilmente orgoglioso della performance dei giocatori, di come si siano adattati e del duro lavoro dello staff.
Buon sabato e benvenuti alla nuova edizione di Micetti.
Le parole che avete letto in apertura sono di Warren Gatland, e sottolineano come i Lions abbiano vissuto 7 giorni molto particolari. Non solo loro, ma tutto il circus del tour è stato sottoposto a uno stress che rischia di mandare definitivamente in tilt una situazione molto delicata.
Proviamo ad andare in ordine per ricapitolare la situazione.
Sabato 3 i Lions hanno giocato contro l’omonima franchigia sudafricana. Hanno vinto in maniera piuttosto semplice, senza incontrare grande resistenza. Ci hanno anche mostrato, però, qualcosa in più rispetto alla partita precedente. Ne abbiamo parlato su Ohvale Rugby Blog.
Martedì 6 gli Springboks hanno comunicato di avere 11 membri tra giocatori e staff positivi al coronavirus. A stretto giro di posta anche la Georgia ha confermato delle positività, così come i Bulls, che avrebbero dovuto essere gli avversari dei Lions di oggi. Sono quindi saltate le partite previste.
Mercoledì 7 i Lions hanno annunciato di aver riscontrato un membro dello staff allargato anch’egli positivo. Avrebbe avuto contatti stretti con alcuni giocatori, che sono stati immediatamente isolati. Tutti i membri del tour si sono chiusi nelle loro camere, hanno effettuato un ulteriore giro di tamponi molecolari. La gara con gli Sharks di mercoledì sera è stata posticipata di un’ora. Avuti i risultati dei tamponi (tutti negativi), i Lions si sono precipitati allo stadio e hanno disputato l’incontro, al termine del quale è stato annunciato che gli Sharks saranno nuovamente gli avversari dei Lions, sostituendo i Bulls oggi, sabato 10 luglio.
Com’è andata Lions v Sharks
Le circostanze hanno forse influenzato entrambe le squadre, ma non c’è davvero stata partita in Lions v Sharks.
Dalla franchigia sudafricana era legittimo attendersi di più, dove una Rainbow Cup da protagonista, anche se seconda classificata dietro i Bulls prenditutto.
Invece è finita con otto mete subite contro una segnata nonostante i tanti cambi dell’ultimo minuto nei Lions, che si sono presentati senza Liam Williams, Anthony Watson, Dan Biggar, Gareth Davies, Tadhg Beirne, Conor Murray, Stuart Hogg e Chris Harris, fuori dalla formazione che era stata annunciata.
Josh Adams ha fatto gli straordinari giocando altri 80 minuti, stavolta come estremo, e ha segnato un’altra tripletta, portando il suo bottino di mete nel tour a 7 in appena 2 partite, 8 se si conta anche il match contro il Giappone prima di partire.
Negli highlights qui sotto noterete giocatori con divise strane: LRZ ha la numero 10, Farrell ha una maglia senza numero. Questo perché probabilmente la consegna era già stata effettuata in precedenza e le taglie pensate per il giocatore che l’avrebbe dovuta indossare.
Owen Farrell ha giocato da apertura come finora, inaspettatamente, non aveva mai fatto (da queste parti si continua a pensare che sarà lui l’apertura titolare nella serie con gli Springboks), mentre Iain Henderson ha avuto la fascia di capitano per l’occasione. Finn Russell era l’unico trequarti in panchina, dove c’erano 7 avanti.
Il meraviglioso trio di terza linea Navidi-Curry-Simmonds ha effettivamente dominato la situazione, con il gallese ancor più capace degli altri due di brillare. La lotta per una maglia dal 6 all’8 in questa selezione sta raggiungendo livelli sensazionali, teniamola d’occhio perché sarà una delle più divertenti.
In definitiva, gli Sharks si sono rivelati un ostacolo non troppo complesso per i Lions, cosa che ha sollevato un paio di temi: queste partite contro le franchigie sudafricane stanno mettendo abbastanza alla prova gli uomini di Gatland? E in chiave futura, quale potrà essere la reale competitività di queste squadre in Europa?
Una parziale risposta proveremo ad averla dall’inatteso rematch di sabato. Intanto i Lions si portano a casa ulteriori progressi difensivi: in un secondo tempo dove gli Sharks hanno avuto perennemente il controllo del possesso (70% nei secondi 40 minuti) hanno saputo tenere a bada i tentativi di riscossa degli avversari.
Quindi, un’altra Lions v Sharks
Sarà una sorta di deja-vu, ma non sarà la stessa partita quella che i Lions giocheranno al Loftus Versfeld alle 18:00 di sabato 10 luglio.
Entrambe le squadre hanno intrapreso massicce modifiche alle proprie formazioni, visto che si gioca dopo appena tre giorni rispetto all’incontro precedente. Affidiamo la preview dell’incontro alla nostra modalità Q&A.
Chi sono gli Sharks?
Sono la franchigia di Durban e rappresentano la provincia del KwaZulu-Natal, la seconda più popolosa del Sudafrica.
Dal 1998 al 2020 hanno fatto parte del Super Rugby e dalla prossima stagione giocheranno nello United Rugby Championship. Non hanno mai vinto un titolo nel Super Rugby, ma sono arrivati in finale nel 2001, nel 2007 e nel 2012.
La squadra è sempre stata una delle franchigie più forti del rugby sudafricano e quella più aperta ad influenze europee, tanto che il record di drop segnati in maglia Sharks appartiene a Frederic Michalak.
Recentemente gli Sharks si sono rilanciati alla grande: a gennaio il 51% della squadra è stata acquisita da MVM Holdings, un fondo d’investimento statunitense che ha portato al club una collaborazione con Roc Nation, l’agenzia di intrattenimento fondata da Jay-Z che cura gli interessi di diversi atleti di primissimo livello mondiale: fra gli altri Kevin de Bruyne e Romelu Lukaku fra i calciatori, Kyrie Irving e una barca d’altri in NBA, Maro Itoje, Tendai Mtawarira, Cheslin Kolbe, Sbu Nkosi e Siya Kolisi nel rugby.
Indovinate a quale club è di recente passato l’ex flanker degli Stormers e capitano degli Springboks Kolisi?
Questa la formazione degli Sharks per la sfida.
Sharks: 15. Anthony Volmink, 14. Marnus Potgieter, 13. Werner Kok, 12. Murray Koster, 11. Thaakir Abrahams, 10. Lionel Cronje, 9. Jaden Hendrikse; 1. Ntuthuko Mchunu, 2. Kerron van Vuuren, 3. Wiehahn Herbst, 4. Le Roux Roets, 5. Reniel Hugo, 6. Dylan Richardson, 7. Mpilo Gumede, 8. Phepsi Buthelezi (captain)
A disposizione: 16. Dan Jooste, 17. MJ Majola, 18. Khutha Mchunu, 19. Thembelani Boli, 20. Jeandre Labuschagne, 21. Cameron Wright, 22. Boeta Chamberlain, 23. Jeremy Ward, 24. Lourens Adriaanse, 25. Rynhardt Jonker, 26. Curwin Bosch
Dove si gioca, a che ora e dove posso vederla?
Si gioca sabato 10 luglio alle ore 18:00 italiane al Loftus Versfeld di Pretoria. In Italia, per il momento, continua il buio totale sul tour dei Lions: la partita non sarà trasmessa.
Chi sarà il capitano dei B&I Lions per questa partita?
Per la quarta volta in quattro partite i Lions cambiano capitano e in tutto questo hanno avuto più capitani che partite, perché Conor Murray non ha ancora mai avuto l’opportunità di iniziare una partita da quando è stato nominato alla guida della spedizione.
Stavolta sarà il tallonatore dell’Inghilterra Jamie George ad avere la C tra parentesi accanto al nome.
George, 30 anni, ha ricevuto le lodi di Warren Gatland: “Sono da lungo tempo ammiratore delle doti di leadership di Jamie, sono felice di nominarlo capitano.”
Il numero 2 non ha avuto una stagione facile. Ha giocato poco rugby di club in Championship, la seconda divisione inglese, con i Saracens ed è stato uno dei più criticati nel deludente Sei Nazioni 2021 dell’Inghilterra, patendo la concorrenza di Luke Cowan-Dickie.
Ciononostante, per quello che può dare a livello assoluto, deve essere legittimamente considerato come in competizione per una maglia da titolare contro gli Springboks.
Quali sono i temi tattici più interessanti?
Nel primo incontro contro gli Sharks, i Lions hanno subito qualche calcio di punizione di troppo in mischia ordinata, una delle fasi che sarà maggiormente sotto pressione quando si arriverà alla serie vera e propria e dove gli Springboks puntano a fare danni.
Chi ha una buona memoria ricorderà che anche nel 2009 fu lì che si giocò la serie, con un giovane Tendai Mtawarira capace di distruggere Phil Vickery nel primo test grazie anche a una interpretazione arbitrale di manica larga.
Quella composta da Rory Sutherland, Jamie George e Tadhg Furlong è ad oggi la prima linea favorita per il primo test con gli Springboks, e dovrà dimostrarsi tale dopo che Mako Vunipola e Zander Fagerson hanno patito in settimana. Per il pilone sinistro scozzese si tratta di una grandissima opportunità per sopravanzare l’ultraqualificato collega dei Saracens, che fatica a ritrovare la propria brillantezza.
Un occhio inoltre alla linea dei trequarti: per la prima volta in mediana c’è una combinazione tutta gallese con Gareth Davies e Dan Biggar, mentre Anthony Watson partirà titolare per la prima volta.
Quali sono i giocatori da tenere d’occhio negli Sharks?
La stampa sudafricana si è detta entusiasta di poter rivedere all’opera il numero 10 Lionel Cronjé, 32enne appena tornato in Sudafrica dopo 4 stagioni in Giappone, ai Toyota Verblitz.
Giocatore fantasioso e versatile, Cronjé ha giocato praticamente in tutte le franchigie sudafricane e si è fatto pure una stagione ai Brumbies in Australia. È amato dal pubblico perché è un giocatore che diverte, una sorta di versione sudafricana di Carlos Spencer senza gli acuti raggiunti dal Re (ma neanche vicino).
In realtà il reparto più interessante è quello di terza linea, dove il capitano 22enne della franchigia Phepsi Buthelezi torna in campo dopo 3 giorni al fianco di Celimpilo Gumede e Dylan Richardson, i due flanker con i quali condivideva anche la maglia dei Junior Springboks ai tempi della under 20 terza al mondiale giovanile del 2019.
Buthelezi e Richardson sono del ‘99, Gumede è del 2000: un trio di ragazzini dal grande atletismo e dalla grande fisicità, aspettiamoceli protagonisti, soprattutto il 7 e l’8, nella maggior parte delle azioni gestite dagli Sharks.
Che cosa succederà dopo?
Ovviamente la risposta è impossibile da dare, ma la situazione del tour si è fatta piuttosto complicata per quanto tutte le parti in causa ci abbiano tenuto a gettare acqua sul fuoco, dicendosi convinti che alla fine vedremo la tanto attesa serie fra Sudafrica e Lions.
Intanto, però, mercoledì 14 luglio è in programma la sfida fra Lions e Sudafrica A, una selezione nazionale composta da giocatori facenti parte del gruppo degli Springboks, quelli che non si stanno allenando perché in isolamento dopo gli undici casi di coronavirus.
Una partita importante: il primo vero test per i Lions e un’occasione fondamentale per gli Springboks, che da quella partita dovrebbero decidere chi tenere e chi invece rispedire a casa, tagliando una decina degli attuali convocati.
Intanto, dopo la partita con gli Sharks, i Lions lasceranno Pretoria per trasferirsi a Città del Capo. La possibilità che il secondo e il terzo test contro gli Springboks vengano spostati anch’essi da Johannesburg a quest’ultima città si fa sempre più concreta, e significherebbe un discreto vantaggio per i Lions, visto che così si giocherebbe sempre al livello del mare e mai in altitudine, punto tradizionalmente a vantaggio della squadra di casa.
Per quanto riguarda il dibattito sull’opportunità di fare il tour, posto che allo stato delle cose è impossibile pensare di spostarlo fisicamente o cronologicamente, sottoscrivo le parole dell’ex seconda linea dell’Inghilterra Ben Kay, che ha scritto questo nel suo pezzo d’opinione su Rugbypass:
Un sacco di persone suggeriscono che il Tour avrebbe dovuto essere cancellato un sacco di tempo fa. Questo avrebbe voluto dire non avere una serie dei Lions in Sudafrica per 24 anni. […]
Non vedo come non fare il Tour avrebbe potuto rendere le cose migliori piuttosto che fare almeno il tentativo di completarlo. Sappiamo bene che l’ethos tradizionale dei Lions si basa sui valori del rugby amatoriale, ma dobbiamo essere onesti e accettare che i Lions, come qualsiasi altro brand sportivo, sono un business.
Un sacco di tradizionalisti dicono che sia tutto per soldi, ma non si tratta di avidità, qui non si stanno facendo grandi profitti. Anzi, come gioco in generale, stiamo perdendo denaro. Qui si tratta di provare a sopravvivere.
Coloro che dicono ‘cancellate il test, spostiamolo al prossimo anno’ sono gli stessi che poi si lamentano di quanto le federazioni non prendano in considerazione il player welfare, ma non puoi fare un tour dei Lions un’estate e quella dopo la coppa del mondo. Fidatevi, lo dico perché ci sono passato, non c’è modo di fare un tour dei Lions di otto settimane, quindi una abrasiva stagione di campionato e poi, direttamente, un ritiro pre-mondiale.
Speriamo almeno che lo spettacolo, quando sarà il momento, regga il peso delle aspettative.
Prima di lasciarci
Un consiglio, non perdetevi l’ultimo lavoro del canale YouTube Squidge Rugby su quello che gli Springboks hanno mostrato durante il loro test con la Georgia e cosa stanno cercando di costruire.
A sabato prossimo!