Micetti #6 - Ai posti di partenza
I Lions incominciano la propria avventura a Murrayfield, contro il Giappone
Micetti, si sta per cominciare.
Quando riceverete questa email, mancheranno circa 7 ore alla prima partita dei British & Irish Lions del 2021.
Si gioca al Murrayfield di Edimburgo contro il Giappone, per la prima volta avversario della selezione.
Purtroppo non sarà possibile vedere la partita dall’Italia (uno dei pochi paesi dove non c’è modo di vederla; da San Marino, però sì. A pagamento ma si può), ma per raccontarvi com’è andata siamo qui apposta, no?
La formazione
Il primo XV di Warren Gatland è un po’ costretto dalle circostanze.
Inizialmente dovevano farne parte quattro scozzesi, una quota importante influenzata anche dal giocare a Edimburgo, ma poi sono rimasti in due: Hamish Watson e Zander Fagerson hanno entrambi dovuto dare forfait. Il primo ha subito una concussion in allenamento, il secondo ha la schiena bloccata.
A rappresentare la nazionale del Cardo rimangono il pilone sinistro Rory Sutherland, subito messo alla prova in cerca di conferme verso un suo impiego nel tour, e Duhan van der Merwe, nato e cresciuto in Sudafrica.
In settimana l’ala ha parlato proprio di questa sua particolare posizione, da sudafricano a rappresentare i Lions contro il Sudafrica, che non va esattamente giù a tutti.
“Ho deciso di ignorare quello che viene detto sui social media. Ho ricevuto commenti duri, del tipo che sono nato in Sudafrica e non dovrei rappresentare la Scozia o i Lions, o che dovrei tornare in Sudafrica e basta. Non voglio entrare nei dettagli, mi metto solo queste cose alle spalle e mi concentro su ciò che posso controllare.”
Se in Sudafrica si pensa ad un ritorno del figliol prodigo non proprio come ci se lo aspettava, in Europa le attenzioni sono sul fatto che nei 15 titolari non ci sia neanche un inglese.
Una circostanza che ha spinto Gatland a spiegare le sue scelte: “Non è una questione di nazionalità, abbiamo scelto di dare fiducia a chi è con noi dall’inizio.”
E in effetti la maggior parte dei giocatori inglesi ha appena raggiunto, come nel caso dei Saracens, o deve ancora raggiungere, come in quello degli Exeter Chiefs, il raduno dei Lions.
Si tratta di un XV molto fisico nel reparto arretrato e piuttosto dinamico nel pacchetto degli avanti.
Gregor Townsend ha presentato così la partita: “Non possiamo fare tutto nella prima partita. Siamo stati insieme solo due settimane e cercheremo di mettere in campo i principi che vogliamo vedere per tutto il tour.”
“Per noi è importante giocare in velocità. Vogliamo far muovere gli avversari in modo da tenerci buoni due piani di gioco a diverso ritmo.”
Il Giappone
I Boccioli Coraggiosi, come da soprannome ufficiale della nazionale giapponese, non scendono in campo dalla fine della Rugby World Cup 2019, giocata in casa, durante la quale ottennero l’eccezionale risultato di qualificarsi ai quarti di finale per la prima volta nella storia.
La maggior parte degli uomini scelti dal tecnico neozelandese Jamie Joseph, che nel 1993 vinse contro i Lions con Otago prima e con gli All Blacks poi, vengono da quella esaltante esperienza e riproporranno verosimilmente quel gioco unico, disegnato come un vestito di sartoria per le peculiarità del rugby giapponese.
Le star della squadra sono il numero 14 Kotaro Matsushima, che ha ben figurato nella sua prima stagione a Clermont, e il numero 6 Michael Leitch, carismatico capitano. Il terza centro Kazuki Himeno partirà dalla panchina dopo aver speso le ultime settimane con gli Highlanders, impegnato nel Super Rugby Trans-Tasman.
Non ci saranno invece lo storico tallonatore Shota Horie, che lascia alle sue spalle un sostanziale punto interrogativo, e la brillantissima ala Kenki Fukuoka, ritiratosi a 27 anni per affrontare la carriera di medico.
Per gli aficionados del c’è anche un po’ d’Italia, il numero 4 di origine sudafricana Wimpie van der Walt ha giocato 16 partite con il Catania nella stagione 2011/2012.
Giappone: 15 Ryohei Yamanaka, 14 Kotaro Matsushima, 13 Timothy Lafaele, 12 Ryoto Nakamura, 11 Siosaia Fifita, 10 Yu Tamura, 9 Kaito Shigeno, 8 Amanaki Mafi, 7 Lappies Labuschagné, 6 Michael Leitch, 5 James Moore, 4 Wimpie van der Walt, 3 Koo Ji-won, 2 Atsushi Sakate, 1 Keita Inagaki
A disposizione: 16 Kosuke Horikoshi, 17 Craig Millar, 18 Asaeli Ai Valu, 19 Jack Cornelsen, 20 Kazuki Himeno, 21 Tevita Tatafu, 22 Naoto Saito, 23 Rikiya Matsuda
Le chiavi della partita
La sfida tra Lions e Giappone è un po’ come quelle scene di partenza dei grandi transatlantici nella prima metà del Novecento: sedicimila tifosi potranno sventolare il loro fazzoletto bianco dal molo alla nave che salpa verso terre lontane.
Se la ruggine che le due squadre dovranno inevitabilmente togliersi di dosso non avrà troppa influenza, potrà essere una partita divertente, giocata su ritmi alti e con la voglia di un rugby dinamico, di movimento, con il pallone mosso da una parte all’altra del campo.
Per vincere i Lions potrebbero impostare una gara basata sulla dominazione fisica dell’avversario, chiudendolo in un vortice di mischie chiuse, raggruppamenti da rimessa laterale, battaglia di fanteria. Non sarà così: lo staff vorrà certamente guardare soprattutto al quadro generale, che prevede un altro tipo di rugby da giocare poi in Sudafrica.
Occhi puntati su 2 giocatori in particolare: Jack Conan e Dan Biggar non partono da favoriti nei rispettivi ruoli, ma potrebbero trovarsi a recitare un ruolo molto rilevante, e le garanzie che offrono verranno misurate già in questa occasione.
Brevi di cronaca
- Dice Conor Murray che separare Robbie Henshaw e Bundee Aki è quasi impossibile. Amiconi. E che Tadhg Beirne è stonato come una campana. Ma forse è solo una rappresaglia per essere stato sculacciato a golf dal flanker suo compagno al Munster
- C’è una vera e propria venerazione per il personaggio di Bobby, al secolo Paul Stridgeon, il preparatore atletico. All’unanimità il miglior barzellettiere e racconta-storie del ritiro nel Jersey, anche se il kitman Patrick O’Reilly sembra fargli concorrenza
- Warren Gatland ha rivelato di aver chiesto ai giocatori, durante l’administration day, di votare i giocatori che avrebbero voluto a far parte del gruppo di leadership, quella specie di piccolo senato dei giocatori su cui ricadono oneri e onori di gestione dello spogliatoio. A suo dire, Owen Farrell avrebbe ricevuto il maggior numero di voti
- In una mirabile intervista a The XV Nick Mallett ha raccontato il Rassie Erasmus giocatore per capire l’Erasmus allenatore. Lo ha definito “un genio” e anche “l’unico giocatore che abbia mai conosciuto a chiedere allo staff delle clip degli avversari per guardarsele per conto proprio”.
E così, si comincia!
Tenete d’occhio i social e il sito web di Ohvale Rugby Blog per aggiornamenti e approfondimenti del dopogara, in attesa che torni Micetti, e non dimenticate di ascoltare la prossima puntata di Quindici - un podcast ohvale, incentrata soprattutto sui British & Irish Lions.
Miagolate, ché c’è il calcio d’inizio.