Micetti #12 - Cambiare = migliorare?
Dopo la brutta sconfitta in gara-2 i Lions cambieranno qualcosa per il gran finale?
Per la terza volta consecutiva la serie dei British & Irish Lions arriva a gara-3.
In Australia e in Nuova Zelanda le cose sono andate per il meglio, quantomeno senza sconfitte.
In nessuna delle due occasioni, però, i Lions arrivavano da una sconfitta così netta e definitiva come quella patita sabato scorso con il Sudafrica.
La domanda nella testa di tutti, quindi, è: cambiare e stravolgere il piano di gioco intrapreso finora o mantenere la battaglia sul piano che è sembrato così congeniale agli Springboks?
Stravolgere
Per cambiare, Warren Gatland e lo staff dei Lions hanno deciso di cambiare. Sono ben 6 gli ingressi nel XV titolare, mentre la panchina prende una nuova forma.
Liam Williams e Josh Adams entrano al posto di Stuart Hogg e Anthony Watson, messi in grande difficoltà dal bombardamento operato specie nella ripresa da Handré Pollard.
È stato infatti principalmente il numero 10 sudafricano a mettere in difficoltà il triangolo allargato avversario, perché a differenza dei box kicks operati dalla base della ruck è assai inferiore la quantità e la qualità dei compagni di squadra del ricevitore del calcio in grado di schermare la pressione avversaria e rendere più semplice la presa aerea.
Bundee Aki va a comporre con l’amico di una vita Henshaw la terza coppia di centri diversa in tre partite. Evidentemente né Daly né Harris hanno particolarmente convinto nel ruolo di numero 13, e lo staff ha deciso di spostare lì uno dei migliori giocatori del tour.
Ali Price torna dal primo minuto, mentre gli altri due cambi sono in prima linea, dove Ken Owens e Wyn Jones vestiranno le maglie numero 2 e numero 1 nel tentativo di stabilizzare la mischia chiusa, ma soprattutto di tirare la volata al trio inglese di prima linea che attende in panchina: Cowan-Dickie, Vunipola e Sinckler hanno il compito di pareggiare l’impeto dell’ingresso di Marx, Nyakane e Koch, che la scorsa settimana ha stravolto la partita.
In panchina si vedono Adam Beard e Sam Simmonds, altri due giocatori molto atletici in grado di dare un impatto immediato dalla panchina, con delle abilità non solo nel gioco allargato in fase offensiva, ma anche all’occorrenza in trincea, situazione dove probabilmente sono stati preferiti a Tadhg Beirne e Taulupe Faletau.
I cambi, insomma, ci sono stati. Il punto è un altro, però. Fino ad oggi i Lions hanno giocato un rugby pressoché speculare a quello del Sudafrica, utilizzando tantissimo il piede e impostando il piano gara sulla battaglia aerea.
Nel primo test il piano ha pagato grazie anche a una partita densa di ball in play e ad alta intensità dove la miglior condizione atletica dei Lions ha consumato l’ardore sudafricano.
Nel secondo la partita è stata molto spezzettata, con ampie possibilità di recupero (il primo tempo è durato quasi un’ora) e un Sudafrica già più all’altezza dello standard atletico. Gli Springboks sono allora andati a nozze con una partita giocata sui loro punti di forza.
Avranno il coraggio i Lions di stravolgere questo piano?
Quando oramai un eone fa commentavamo le convocazioni di Warren Gatland e soci, ci dicevamo come la selezione fosse interessante perché sembrava puntare ad un rugby estremamente dinamico e atletico, votato allo spostare il pallone da una parte all’altra del campo e ad aggirare la nota difesa adamantina del Sudafrica.
E invece alla fine si è tutto ridotto a un abbraccio fra piovre tentacolari, dove i punti di forza di alcuni singoli sono stati annullati dalla guerra di trincea. Prendete ad esempio un numero 8 come Jack Conan, confermato nuovamente a timonare il pacchetto di mischia: un giocatore che dà il meglio quando carica sulle frange esterne del campo, ma che da due settimane deve sacrificarsi in infinite navette a caccia dei palloni aerei avversari e nello scontro fisico in mezzo al campo.
Cercando di prevedere quello che accadrà, il quadro tattico della partita non cambierà: è una partita troppo importante e decisiva per prendersi rischi nella propria parte di campo.
Aspettiamoci quindi ancora una pioggia di box kicks e di calci da parte di entrambe le squadre. Quello che potrà cambiare sarà un diverso utilizzo di eventuali palloni recuperati nella zona di campo offensiva, dove forse i Lions proveranno a muovere maggiormente il pallone e a sfidare di più la difesa avversaria.
Che sia questo il motivo per cui in panchina, con la maglia numero 22, è piombato nella serie il maestro jedi Finn Russell?
Come calciare contro il Sudafrica
“Nella scorsa partita i Lions hanno calciato troppo corto. La strategia nell’utilizzo del piede dovrebbe essere basata su 3 considerazioni: calciare più lungo e più profondo, andar su uniti e avere fiducia nella capacità difensiva di bloccare l’attacco avversario nella loro metà campo. Prepariamoci anche a concedere un mark se necessario, visto che comunque blocca il momentum di una squadra.
Secondo, utilizziamo i lati del campo. Calciare sempre sul lato significa che un pallone recuperato può essere utilizzato su un solo fronte di attacco, o potrebbe finire fuori dopo uno schiaffetto all’indietro.
Infine, calciare in campo e calciare basso per esporre le lacune della rush defence sudafricana, basata su un solo giocatore che fa il pendolo dietro. Anche se non dovessimo recuperare il pallone, li costringerebbe a uscite lente dalla propria zona rossa.”
Nick Easter, 54 caps con l’Inghilterra e allenatore della difesa dei Newcastle Falcons
La battaglia nelle fasi ordinate
Se in mischia chiusa gli Springboks hanno vinto la partita, è anche vero che nella ripresa anche la rimessa laterale è pian piano andata nelle mani dei padroni di casa.
Nel primo tempo Maro Itoje e Courtney Lawes erano stati eccezionali nel rubare e guastare diversi dei lanci degli avversari, ma l’ingresso di Lood de Jager ha ribaltato la situazione.
Un po’ di pressione in più sulla touche dei Lions questa settimana sarà messa dal fatto che il Sudafrica migliora le proprie opzioni in rimessa laterale affiancando de Jager e Mostert, forse l’unico contraltare positivo all’infortunio di Pieter-Steph du Toit. Dall’altra parte Owens è il tallonatore che fino a questo momento in tour ha fatto registrare la peggiore percentuale di lanci completati, sia in assoluto che per zone (con lui si lancia quasi sempre davanti o in mezzo).
Grande rilevanza quindi alla prestazione del tallonatore gallese, inserito per le sue qualità in giro per il campo e soprattutto per la combinazione con il compagno degli Scarlets Wyn Jones.
I cambi degli Springboks
Jacques Nienaber ha dovuto rimpiazzare due dei giocatori più importanti della sua squadra: Pieter-Steph du Toit e Faf de Klerk, entrambi infortunati.
Nel primo caso, come detto, Mostert si è spostato in terza linea. È un giocatore con le capacità atletiche per stare nel ruolo e con un workrate molto alto. Il problema potrebbe arrivare solo perché il Sudafrica non ha quindi il classico sesto avanti in panchina, che gli permette di dare quella grande sferzata di energia: stavolta de Jager è in campo e dalla panchina usciranno Marco van Staden e Kwagga Smith, due giocatori finora poco incisivi quando chiamati in causa.
Ancor più rilevante il secondo caso, dove Cobus Reinach rimpiazza de Klerk. Reinach, che a Montpellier gioca insieme a Pollard (anche se hanno diviso pochissimo il campo per l’infortunio di quest’ultimo) e a Northampton faceva una gran coppia con Biggar, è un giocatore molto diverso dal platinato biondo che fa impazzire il mondo.
Il gioco al piede di Reinach è buono ma non eccellente, assolutamente meno vario di quello del compagno di squadra e con qualche difetto nella preparazione del box kick. In generale, è un numero 9 maggiormente offensivo, una sorta di terza linea aggiunta capace di portare bene palla e un grandissimo marcatore di mete, con un fiuto mirabile per la linea di meta.
La sua presenza potrebbe modificare leggermente il contesto tattico portando Pollard e le Roux a prendersi maggiormente sulle spalle il peso della gestione dell’incontro al piede. Ma attenzione alle performance atletiche di un giocatore che sembra aver una batteria alimentata ad agonismo.
In tutto questo il signor Warren Gatland si gioca oggi la possibilità di completare la sua terza serie consecutiva a capo dei Lions senza mai perdere una serie contro ciascuno dei 3 grandi avversari della selezione.
Un onesto in bocca al lupo, e ricordiamoci della magnitudo di questo record senza precedenti quando poi ci sveglieremo domenica mattina convinti che i suoi giorni da allenatore di alto livello siano ormai alle spalle.
Noi ci sentiamo per un’ultima edizione speciale di commento della partita ad inizio settimana, a presto!